L’artrite reumatoide (AR) è una malattia cronica autoimmune che colpisce le articolazioni, le quali si presentano gonfie, dolenti, rigide e calde. Vengono colpiti più comunemente i polsi e le mani (in maniera bilaterale). Questi sintomi dell’artrite reumatoide peggiorano con il riposo assoluto. Altri segni clinici comprendono: basso numero di globuli rossi, infiammazione nei pressi dei polmoni e del cuore, e febbre.
Quali sono le cause dell’ Artrite?
Le cause dell’artrite reumatoide non sono chiare e si ritiene che la malattia dipenda da una combinazione di fattori genetici ed ambientali. Il meccanismo fisiopatologico di base ,coinvolge il sistema immunitario, il quale attacca le articolazioni. Questo si traduce in infiammazione ed ispessimento della capsula articolare, con interessamento anche dell’osso.
Come viene trattato?
Il trattamento è incentrato sulla riduzione del dolore e dell’infiammazione, e sul miglioramento della funzionalità generale. Dal punto di vista farmacologico, sono di impiego comune gli antinfiammatori e gli antireumatici (per cercare di rallentare la progressione della malattia). La chirurgia è impiegata solo per la “riparazione” e la sostituzione delle articolazioni gravemente danneggiate.
Le evidenze sperimentali più significative riguardano il supplemento generale con acidi grassi polinsaturi essenziali della serie omega 3 (EPA, DHA e acido alfa linolenico o ALA) e con acido gamma linolenico (o GLA, prevalentemente vegetale, classificato come omega 6 NON essenziale). Il beneficio apportato dalla somministrazione di questi nutrienti sembra modesto ma costante, anche se le evidenze attuali non risultano ancora abbastanza forti da stabilire se gli acidi grassi omega 3 (nello specifico, quelli dell’olio di pesce) siano un trattamento efficace per l’artrite reumatoide. L’acido gamma linolenico è in grado di ridurre il dolore, il gonfiore e la rigidità articolare; viene considerato generalmente un prodotto sicuro.
Sulla base di quanto citato, è dunque possibile stabilire una gamma di alimenti che possono essere utili nel trattamento dell’artrite reumatoide, ovvero quelli ricchi di certi acidi grassi (EPA, DHA, ALA, AGL).
I cibi ricchi di acidi grassi utili sono suddivisi in due gruppi: di origine animale e di origine vegetale. Quelli di origine animale contengono EPA (eicosapentaenoico) e DHA (docosaesaenoico), mentre quelli di origine vegetale contengono l’acido alfa e gamma linolenico (il primo un omega 3 ed il secondo un omega 6); solo le alghe contengono anche EPA e DHA.
Gli alimenti più ricchi di EPA e DHA sono i pesci che provengono dalle acque fredde, l’olio di krill e certe alghe (che possono essere consumate come tali o sotto forma di olio); tra i pesci ricordiamo tutti quelli azzurri come: tonno (più la ventresca del filetto), pesce spada, palamita, sgombro, lanzardo, aguglia o costardella, sugarello, cicerello, papalina, aringa, alaccia, sarda o sardina, acciuga o alice ecc.
Il merluzzo è invece un pesce che ha un’ottima percentuale di EPA e DHA rispetto agli altri acidi grassi ma che, in senso assoluto, ha una concentrazione di lipidi abbastanza ridotta. Al contrario, il salmone è piuttosto grasso, anche se la percentuale di EPA e DHA risulta molto abbondante soprattutto nei pesci selvatici; quelli di allevamento hanno un profilo chimico diverso.
Come anticipato, il krill (dei mari artici) è ricco di EPA e DHA, ma il suo consumo avviene prevalentemente sotto forma di olio come integratore alimentare; al contrario, traendo ispirazione dalla dieta orientale, anche in occidente si sta diffondendo il consumo di alghe come la kombu. Anche in questo caso, sono disponibili sul mercato certi integratori a base di olio o di polvere (in capsule). Gli alimenti più ricchi di acido alfa e gamma linolenico sono i semi oleosi ed i relativi oli. Per l’alfa linolenico, le fonti principali sono: semi ed olio di kiwi, di lino, di canapa, di colza, di ravizzone, di noce e di soia.
Per il gamma linolenico, invece, le fonti prevalenti sono: alghe azzurre (come la spirulina e le klamath), semi ed olio di borragine, di enotera, di ribes nero e di canapa. Se è vero che alcuni alimenti possono favorire la riduzione sintomatologica dell’artrite reumatoide, è altrettanto vero che certi nutrienti ed un eccesso del grasso corporeo ne peggiorano la condizione.
L’obesità consiste in un esubero del grasso corporeo, il quale viene stoccato principalmente nel tessuto adiposo; quest’ultimo non è fatto di materia amorfa, bensì da cellule che interagiscono con il resto dell’organismo. Nello specifico, quando sono troppo gonfie e sollecitate allo sviluppo, queste cellule secernono varie molecole di natura infiammatoria che peggiorano la condizione. Un eccesso alimentare cronico, causando sovrappeso, costituisce un importante fattore di rischio per l’artrite reumatoide. Inoltre, l’aumento del carico di lavoro sulle articolazioni dolenti non può far altro che aggravare la sintomatologia dolorosa.
E’ anche dimostrato scientificamente che l’abuso alcolico incide negativamente sulla malattia favorendone l’insorgenza ed il peggioramento. Inoltre, mentre gli omega 3 ed il GLA contrastano la tendenza infiammatoria, altre molecole sono in grado di aumentarla. Ad esempio, un eccesso di acido linoleico (un omega 6 essenziale) e soprattutto di acido arachidonico, potrebbero essere coinvolti nell’incremento sanguigno di prostaglandine infiammatorie; i dati sperimentali a sostegno di questa ipotesi sono abbastanza controversi e, più che alla quantità, prendono in oggetto il giusto rapporto con gli omega3.
L’impatto negativo dei grassi saturi invece è piuttosto eclatante. Questi risultano debilitanti sia dal punto di vista percentuale, sia assoluto. In pratica, non ha importanza quanti lipidi “benefici” vengono assunti con l’alimentazione: un eccesso di grassi saturi ha sempre un effetto negativo sui parametri metabolici dell’infiammazione.
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