L’obesità viscerale non è soltanto un fastidioso problema estetico. Un addome pronunciato, la cosiddetta “pancetta” è tra i fattori di rischio più alti di sviluppo di malattie cardiovascolari e metaboliche.
Recenti statistiche indicano che l’obesità continua la sua inarrestabile avanzata a livello globale, colpendo più di 2 miliardi di persone ovvero circa il 30% della popolazione mondiale.
Dal 1980 ai giorni nostri, l’incidenza è raddoppiata in più di 70 paesi ed è aumentata continuamente nella maggior parte degli altri.
E le prospettive di riduzione di quella che è diventata una vera e propria epidemia non sono certo le più rosee. Colpa anche di uno stile di vita sedentario e l’eccesso di cibi grassi e calorici, ma poveri di nutrienti.
Per obesità si intende un eccesso di grasso corporeo in relazione alla massa magra. Il grasso presente nel nostro organismo però non è tutto uguale. C’è quello sottocutaneo, del tutto innocuo, che si trova in tutto il corpo sotto la pelle.
E vi è poi quello localizzato a livello dell’addome, il grasso viscerale appunto. L’accumulo di questo tipo grasso tra gli organi della cavità addominale (intestino, stomaco e fegato) è quanto di più dannoso ci possa essere per la salute.
In questo articolo mi soffermerò sulla pericolosità del grasso viscerale e sulle strategie migliori per poterlo tenere sotto controllo.
Leggi anche: “Qual è il rapporto tra obesità e fertilità nelle donne”.
Cos’è il grasso viscerale
In generale quando si parla di grasso ci si riferisce a un deposito di energia accumulata sotto forma di lipidi (trigliceridi). Ma a ben vedere il tessuto adiposo è molto più complesso di quanto possa sembrare.
Più che un tessuto connettivo è da considerare come un vero e proprio organo neuro-immuno-endocrino, in quanto secerne ormoni – come la leptina – coinvolti in svariate funzioni dell’organismo.
Premesso questo va detto anche che in tutti i mammiferi (uomo compreso) esistono due tipi di tessuto adiposo: bianco e bruno.
Quest’ultimo è presente in piccolissime tracce nei soggetti adulti. È più presente nei neonati, ma con la crescita tende a trasformarsi in tessuto adiposo bianco che, invece, rappresenta la quasi totalità del grasso corporeo.
Come già accennato, il grasso bianco si suddivide ulteriormente in grasso viscerale (VAT Visceral Adipose Tissue) e sottocutaneo (SAT Subcutaneous Adipose Tissue).
A differenza di quest’ultimo che è in superficie, l’adipe viscerale si trova in profondità e circonda gli organi interni. In quantità fisiologiche è praticamente innocuo, anzi addirittura svolge funzioni importanti per l’organismo come:
- Sostegno e protezione degli organi vitali della gabbia toracica;
- Isolamento termico dall’esterno.
Se invece è in eccesso la situazione cambia completamente, come vedremo anche nei prossimi paragrafi.
Ma come aumenta il grasso viscerale?
Poca attività fisica, elevati consumi di alcol e una dieta ricca di cibi grassi, raffinati e zuccherati sono tutti fattori associati ad alti livelli di tessuto adiposo viscerale.
Dunque condizioni di sovrappeso e obesità sono cause predisponenti. Uno studio sul consumo eccessivo del fruttosio ha evidenziato una correlazione tra riduzione della sensibilità insulinica, presenza di dislipidemie e circonferenza della vita elevata.
A dimostrazione che i fattori in gioco nel grasso viscerale e le cause possono essere tanti.
Resta di certo la pericolosità dell’accumulo di grasso a livello viscerale, come approfondirò nel prossimo paragrafo. Continua a leggere.
Perché un eccesso di adipe viscerale è pericoloso
La conformazione anatomica “a mela” che accompagna l’adiposità viscerale ha una rilevanza clinica piuttosto elevata. L’eccesso di grasso sull’addome, infatti, aumenta il rischio di sviluppare patologie croniche multiple, sia di tipo cardiovascolare che metabolico, come:
- ipertensione;
- diabete di tipo II
- insulinoresistenza;
- calcificazione delle coronarie;
- formazione di placche arterosclerotiche;
- iperlipidemia (aumento dei trigliceridi e del colesterolo LDL e VLDL);
- ictus;
- morbo di alzheimer.
Il tessuto adiposo è un organo metabolicamente molto attivo che produce ormoni e citochine. Quest’ultime sono coinvolte in molti dei processi infiammatori alla base delle patologie appena elencate.
Un eccesso di grasso andrà a liberare una quantità elevata di queste sostanze infiammatorie che, come è facile intuire, a lungo andare creeranno un danno irreversibile.
L’obesità viscerale determina anche un’alta concentrazione ematica di acidi grassi liberi (FFAs) e un aumento del flusso di quest’ultimi al fegato. Condizione che provoca anche la la steatosi epatica grassa.
E il fegato si sa è l’organo che svolge le più importanti funzioni metaboliche. Anche soltanto questo aspetto è fondamentale per comprendere quanto è importante intervenire tempestivamente per tenere sotto controllo il grasso viscerale.
Come si misura il livello di grasso viscerale
L’adipe può essere misurato. Le tecniche migliori in assoluto per il calcolo del grasso viscerale sono quelle che consentono di fare una stima diretta e precisa come TAC, Risonanza Magnetica e DEXA. Tuttavia si tratta anche di metodi di indagine costosi e non accessibili a tutti.
Ecco perché si tende a ricorrere a tecniche di valutazioni più facili, quali:
- Misurazione del girovita;
- Rapporto vita-fianchi, detto anche Waist Hip Ratio;
- Rapporto tra circonferenza della vita e altezza (o Waist-to-Height Ratio).
Per la misurazione della circonferenza addominale basta avere un semplice metro da sarta. Il punto da misurare è quello più sottile della vita, a metà fra ombelico e sterno. Valori superiori a 94 cm nell’uomo e a 80 cm nella donna sono valutati come medio-rischio.
Al contrario, valori del girovita superiori a 100 cm per gli uomini e a 88 cm per le donne, sono associati a una grave obesità viscerale e a un alto rischio di patologie cardio-metaboliche.
Il rapporto vita-fianchi si calcola dividendo la circonferenza della vita per quella dei fianchi (il punto più largo del bacino). Valori di allarme sono considerati quelli superiori a 0,9% negli uomini e superiori allo 0,85 per le donne.
Il rapporto vita-altezza consiste nel dividere la circonferenza della vita per l’altezza. Il valore soglia è 0,53 negli uomini e 0,54 nelle donne. Per entrambi, il valore di 0,59 rappresenta un fattore predittivo di obesità addominale.
Un altro metodo di misurazione si rifà all’Indice di massa corporea (BMI), ovvero il rapporto tra peso corporeo (Kg) e il quadrato dell’altezza (m). Un BMI uguale o superiore a 30 è caratteristico di soggetti obesi e con eccesso di grasso viscerale.
Infine, anche con un un controllo dei parametri ematochimici è possibile avere una valutazione dello stato di salute dell’organismo. Valori alterati di colesterolo, trigliceridi e glicemia a digiuno sono un primo campanello d’allarme e richiedono l’adozione di una terapia alimentare mirata ed efficace.
Eliminare grasso viscerale con la dieta: come fare?
L’obesità viscerale non è una condizione irreversibile. Questo perché l’adipe addominale è estremamente sensibile ai cambiamenti del nostro stile di vita.
Se è vero che soggetti sedentari che non controllano l’alimentazione sono più esposti al rischio, è altrettanto vero che i migliori alleati che hai a disposizione per evitare la comparsa e l’aumento di questo nemico silenzioso sono:
- Esercizio Fisico;
- Riduzione dello stress;
- Dieta.
Il primo passo per ridurlo quindi è quello di impostare un piano di allenamento che includa esercizi di forza, cardio e aerobici. L’attività fisica dovrà essere regolare per poter stimolare la produzione di massa magra.
Fare sport aiuta anche a ridurre lo stress, responsabile della produzione di cortisolo, un ormone che favorisce il deposito grasso viscerale nel corpo.
Infine l’alimentazione. Una dieta sana ed equilibrata ricca di verdura, frutta, cereali, legumi e proteine magre da sempre si associa a bassi livelli di grasso viscerale. Una buona dieta ipocalorica dovrà fornire un adeguato apporto dei nutrienti essenziali, ovvero:
- 45-55% di carboidrati;
- 0,8-1,2 g/kg di peso corporeo di proteine ad alto valore biologico (sia animali che vegetali);
- 10-12% di zuccheri semplici;
- Meno del 30% di grassi (di cui circa il 10% composto da acidi grassi saturi).
Una maggiore efficacia è riconosciuta alle diete chetogeniche. Un’alimentazione a basso introito giornaliero di carboidrati, a favore di un’elevata percentuale di grassi buoni e un livello medio di proteine è estremamente indicata per contrastare l’obesità addominale.
Il ridotto consumo di carboidrati, infatti, abbassa i livelli di zuccheri nel sangue, costringendo le cellule a trarre energia da altre fonti. In questo modo chetoni (sostanze acide sintetizzate dal fegato a partire dai grassi) e depositi di grasso viscerale diventano il principale combustibile per il corpo.
La chetogenica è una dieta efficace se costruita su misura. Per questo il mio consiglio è sempre quello di rivolgersi a un nutrizionista specializzato ed esperto per delineare il percorso migliore alla risoluzione del tuo problema.
Fonti:
- Benjamin Caballero – Human against obesity: who will win? – Adv Nutr. 2019;
- GBD 2015 Obesity Collaborators – Health Effects of Overweight and Obesity in 195 Countries over 25 Years – N Engl J Med. 2017;
- Mark J Dekker, Qiaozhu Su, Chris Baker, Angela C Rutledge, Khosrow Adeli – Fructose: a highly lipogenic nutrient implicated in insulin resistance, hepatic steatosis, and the metabolic syndrome – Am J Physiol Endocrinol Metab. 2010;
- Alexis M. Stranahan – Visceral adiposity, inflammation, and hippocampal function in obesity – Neuropharmacology. 2022;
- Aina M. Galmes-Panades,Jadwiga Konieczna ,Itziar Abete,Antoni Colom,Núria Rosique-Esteban,Maria Angeles Zulet,Zenaida Vázquez,Ramón Estruch,Josep Vidal,Estefanía Toledo,Nancy Babio,Miguel Fiol,Rosa Casas et al. – Lifestyle factors and visceral adipose tissue: Results from the PREDIMED-PLUS study – PLoS One. 2019;
- Theodora W. Elffers, Renée de Mutsert, Hildo J. Lamb, Albert de Roos, Ko Willems van Dijk, Frits R. Rosendaal, J. Wouter Jukema, Stella Trompet – Body fat distribution, in particular visceral fat, is associated with cardiometabolic risk factors in obese women – PLoS One. 2017;
- Jennifer L Kuk, Peter T Katzmarzyk, Milton Z Nichaman, Timothy S Church, Steven N Blair, Robert Ross – Visceral fat is an independent predictor of all-cause mortality in men – Obesity (Silver Spring). 2006.