La psoriasi è una malattia cronica, recidivante, caratterizzata dalla comparsa di chiazze rialzate, arrossate, con margini distinti, ricoperte da squame argentee che si formano tra la placca e la cute normale.
La Psoriasi è una malattia infiammatoria, consigliamo di inserire nella dieta alimenti contenenti sostanze ad attività antinfiammatoria, ricchi di acidi grassi polinsaturi e di omega 3.
È un approccio focalizzato sulle cause invece che sui sintomi e fornisce gli strumenti per gestire e ridurre tutti quei fattori che scatenano e alimentano la malattia. È necessariamente un approccio personalizzato che richiede un elevato grado di impegno e partecipazione da parte del paziente nel suo percorso di guarigione.
La psoriasi è una malattia autoimmune caratterizzata da un elevato grado di infiammazione sistemica. L’infiammazione è il processo che il corpo mette in atto per cercare di riparare i danni tissutali provocati dalla reazione autoimmune. Per contrastare e gestire al meglio una reazione autoimmune bisogna limitare l’azione delle sostanze immunogene e modulare la reazione infiammatoria che queste scatenano.
Una corretta alimentazione è alla base di qualsiasi approccio funzionale alla salute generale.
Il paziente psoriasico si trova in una condizione particolare in cui:
Principali fattori scatenanti:
-Assunzione di alcuni alimenti (glutine, caseina, solanacee e legumi)
– Liberazione di specifiche tossine in caso di infezioni (streptococco, candida e parassiti)
-Un’alterata funzionalità intestinale (Sibo e Leaky Gut)
-Situazioni di stress
-Trattamenti farmacologici
-Carenze di micronutrienti
-Sostanze immunomodulanti (vitamina D).
La dieta consigliata al paziente psoriasico prevede l’eliminazione di tutti gli alimenti che esercitano uno stimolo immunogeno. Vediamo nel dettaglio quali sono e perché in alcune patologie autoimmuni sono ritenuti dannosi.
Glutine e proteine del grano: questo gruppo di proteine sono in grado di alterare la permeabilità intestinale favorendo l’infiammazione e il passaggio nel circolo ematico di sostanze nocive.
Caseina: questa molecola è un potente liberatore di istamina, ha effetto infiammatorio e interagisce con i recettori insulinici favorendo l’insulino-resistenza.
Altri alimenti immunogeni:
Lectine: famiglia di proteine presenti nei cereali, nei legumi ed altre specie vegetali.
Saponine, antinutrienti contenuti nei legumi e negli pseudo-cereali come quinoa e amaranto.
Solanacee: pomodori, peperoni, melanzane, patate, bacche di Goji, pepe; la solanina è una sostanza pro-infiammtoria.
Zuccheri raffinati e alimenti processati ricchi di additivi e coloranti: l’eccesso di zucchero promuove la sindrome metabolica e promuove l’infiammazione sistemica.
Non c’è restrizione calorica e i pazienti possono mangiare a volontà gli alimenti consentiti: verdura, frutta, carne, pesce, frutta secca, amidi puliti come il riso, avendo cura di mantenere una buona idratazione e un corretto apporto di fibre.
Modulare l’infiammazione
L’infiammazione di per se non è un fenomeno da temere a priori, anzi è uno strumento molto prezioso: è una reazione che il nostro organismo mette in atto per distruggere tessuti danneggiati ed eliminare sostanze ritenute dannose e dare luogo ad un processo di rigenerazione e quindi alla guarigione. Affinché in seguito al danno si verifichi la guarigione è necessario che all’iniziale risposta infiammatoria segua una adeguata risposta antiinfiammatoria. Quando il delicato equilibro tra processi proinfiammatori e antinfiammatori non viene rispettato a discapito di un persistente stato infiammatorio si sfocia in uno squilibrio che possiamo chiamare malattia. Comprendiamo quindi che per intervenire in maniera funzionale sulle cause che alimentano la psoriasi bisogna modulare l’infiammazione sistemica.
L’infiammazione sistemica viene alimentata da squilibrio alimentare nel rapporto Ω3/Ω6, da situazioni metaboliche di insulinoresistenza o altri squilibri endocrini, da alterata risposta al cortisolo endogeno, da eccessivo stress ossidativo e da alterata risposta all’istamina spesso espressione di scarsa funzionalità di alcuni enzimi coinvolti in diversi processi di metilazione. Anche in questo caso con mirate scelte nutrizionali e integrative ci si può assicurare un solido effetto antiinfiammatorio come risultato.
Antinfiammatori naturali
La curcuma per esempio inibisce le vie pro-infiammatorie senza irritare la mucosa gastrica e intestinale. È molto importante che sia assunta in forma bio-ottimizzata che ne garantisca una alta biodisponibilità. Sconsiglio le forme con piperina perché quest’ultima è irritante per la mucosa gastrica. Tra le forme migliori in commercio le liposomiali e le forme micellari come CurcuDyn cps.
Modulare la risposta immunitaria
Vitamina D
L’utilizzo di questa vitamina ci assicura : effetto antinfiammatorio, immunomodulante, antitumorale, cardioprotettore, equilibratore del metabolismo endocrino, insulinoregolatore e antiaging.
L’EFSA considera sicura un’integrazione con colecalciferolo fino a 4.000 U.I./die. Dosaggi maggiori sono frequentemente richiesti in fase di trattamento medico a seguito di misurazione dei valori ematici di Vit.D e paratormone. Obiettivo è raggiungere i valori ottimali di questo importante ormone ad azione pleiotropica.
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