Alternativa alla chirurgia bariatrica per combattere l’obesità: come perdere 66 chili senza intervento

Categoria: 
  • Dieta Chetogenica
  • Salute e alimentazione

Secondo le statistiche, sono oltre 26000 le procedure chirurgiche per combattere l’obesità eseguite nel 2023 in Italia [fonte SICOB, Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle malattie metaboliche]. Questi dati ci indicano che la chirurgia viene tradizionalmente considerata una delle opzioni principali per il trattamento dell’obesità grave.

Tuttavia esistono anche approcci personalizzati che offrono risultati promettenti senza la necessità di interventi invasivi: in questo articolo esploriamo un caso studio illuminante della Dr.ssa Paola Lemasson, nutrizionista esperta in dieta chetogenica, che si pone come alternativa alla chirurgia bariatrica.

Introduzione agli Interventi Bariatrici

Gli interventi bariatrici sono procedure chirurgiche volte al trattamento dell’obesità. Vengono prese in considerazione quando, ad esempio, le modifiche allo stile di vita (come la dieta e l’esercizio fisico) non hanno portato i risultati desiderati nei pazienti con un alto indice di massa corporea (BMI) o con problemi di salute correlati al peso elevato.

La sleeve gastrectomy è una delle più comuni tecniche chirurgiche disponibili, ma esistono anche altri tipi di interventi bariatrici, a seconda delle specifiche esigenze del paziente.

Cos’è la sleeve gastrectomy

La sleeve gastrectomy è uno dei più diffusi interventi bariatrici. Nel 2023 sono stati 14149 gli interventi di questo tipo.

La sleeve gastrectomy, nota anche come gastrectomia verticale, è un intervento chirurgico in cui circa il 75-80% dello stomaco viene rimosso per limitare l’assunzione di cibo. Ciò lascia uno stomaco a forma di tubo o “manica” che può contenere molto meno cibo, limitando così l’assunzione calorica e favorendo la perdita di peso.

Oltre a ridurre le dimensioni dello stomaco, la procedura può influenzare gli ormoni intestinali coinvolti nella sensazione di fame e sazietà, contribuendo ulteriormente alla riduzione dell’appetito.

Intervento bariatrico: è sempre la soluzione giusta?

La decisione di procedere con un intervento bariatrico, e la scelta della procedura specifica, dipendono da molti fattori, tra cui il BMI (indice di massa corporea) del paziente, le condizioni di salute preesistenti, i precedenti tentativi di perdita di peso e le preferenze personali.

Per garantire che il paziente riceva il trattamento più adeguato alle sue esigenze è fondamentale una valutazione accurata da parte di un team multidisciplinare, composto da chirurghi bariatrici, nutrizionisti, psicologi e altri specialisti.

Riportiamo di seguito un caso studio di estremo interesse, che ha portato un paziente candidato alla chirurgia bariatrica a perdere 66 kg in 8 mesi, senza ricorrere all’intervento chirurgico.

Alternativa alla Chirurgia: il caso studio di G., paziente bariatrico

Un’adeguata consulenza specialistica e un piano dietetico mirato, possono far ottenere risultati impressionanti senza ricorrere all’intervento chirurgico. È il caso di un paziente, candidato alla chirurgia bariatrica, che ha intrapreso un percorso personalizzato sotto la guida della Dr.ssa Lemasson.

Durante un periodo di 8 mesi, questo paziente ha registrato cambiamenti significativi nella sua composizione corporea e nel suo stato di salute, senza dover ricorrere all’intervento chirurgico.

I dati analizzati in questo caso studio includono: BMI, peso, massa grassa, massa muscolare e punteggio del grasso viscerale.

  • BMI (Indice di Massa Corporea): misura utilizzata per valutare il peso corporeo in relazione all’altezza. Un BMI superiore a 30 è considerato obesità.
  • Massa grassa e massa muscolare: la massa grassa si riferisce alla quantità di grasso corporeo, mentre la massa muscolare indica la quantità di tessuto muscolare; equilibrare queste due componenti è fondamentale per una composizione corporea ottimale.
  • Grasso viscerale: è il grasso accumulato intorno agli organi interni nell’addome; è associato ad un aumentato rischio di malattie cardiometaboliche.
 Dati analizzatiData inizio 15/06/2023Data fine 15/02/2024 Risultati
BMI44,225,1 Meno 19,1 punti
Peso153 kg87 kgMeno 66 kg
Massa grassa63,3 kg15,6 kgMeno 23,5 kg
Percentuale di massa grassa41,4 %17,9 %Meno 23,5 %
Massa muscolare85,3 kg67,9 kgMeno 17,4 kg
Percentuale massa muscolare55,8 %78,1 %Più 22,3 %
Punteggio grasso viscerale224Meno 18 punti

Cos’è l’indice di grasso viscerale

L’indice di grasso viscerale fornisce una stima della quantità di grasso viscerale rispetto al totale del grasso corporeo. Tale indice viene calcolato attraverso diverse metodologie, ma una delle più utilizzate è l’impedenziometria bioelettrica, una tecnica non invasiva che utilizza piccole correnti elettriche per misurare la composizione corporea.

Durante il processo di misura, il paziente si posiziona su una bilancia speciale, che raccoglie dati come età, sesso e altezza, oltre al peso corporeo complessivo. Una volta raccolti i dati, il sistema calcola l’indice di grasso viscerale, che viene espresso come un valore numerico.

È importante comprendere come interpretare questi risultati:

  • Valori bassi (fino a 4): indicano un livello di grasso viscerale basso, associato a un minor rischio di malattie croniche e a una migliore salute generale.
  • Valori medi (da 4 a 13): indicano un grasso viscerale nella media, che può essere gestito con modifiche dello stile di vita e strategie di perdita di peso.
  • Valori elevati (da 13 a 18): sottolineano la presenza di un grasso viscerale elevato, associato a un aumentato rischio di malattie cardiovascolari, diabete e altre condizioni di salute.
  • Valori molto alti (oltre 18): rappresentano un livello di grasso viscerale estremamente elevato, che richiede interventi immediati per ridurre il rischio di complicanze correlate all’obesità.

Analisi dei risultati

  • Perdita di peso: il paziente è passato da 153 kg a 87 kg, perdendo un totale di 66 kg di peso corporeo. Una tale riduzione ha notevoli implicazioni positive sulla salute generale di una persona e sul rischio di sviluppare malattie croniche legate all’obesità.
  • Composizione corporea: la perdita di massa grassa è stata significativa, con una riduzione del 23,5% nella percentuale di massa grassa; allo stesso tempo, l’aumento della percentuale di massa muscolare del 22,3% suggerisce una migliore forma fisica complessiva e un metabolismo più attivo.
  • Gestione dietetica: il paziente ha seguito una dieta chetogenica personalizzata, eseguito esercizio fisico regolare, consumato verdure e pasti ad alto contenuto proteico, integrato vitamine e minerali. Questo approccio ha portato a risultati significativi nel controllo del peso e nell’ottimizzazione della salute metabolica.

Fig. 2: Risultati ottenuti con il paziente G.

Gestione dietetica del caso studio

Nel caso specifico di del paziente G. del caso studio, la gestione dietetica ha svolto un ruolo fondamentale per una perdita di peso corporeo significativa (66 kg), senza ricorrere all’intervento bariatrico. La Dr.ssa Lemasson, esperta nei legami tra nutrizione e sindrome metabolica, ha adottato un approccio mirato e personalizzato basato sulla dieta chetogenica:

  • 30-60 minuti di esercizio fisico al giorno
  • Consumare verdure e proteine ​​ad ogni pasto (1 g/kg di peso corporeo ideale)
  • 3-4 pasti giornalieri ad alto contenuto proteico, suddivisi in porzioni controllate
  • Ridurre al minimo gli spuntini
  • Evitare cibi ricchi di grassi e carboidrati e bevande zuccherate
  • Integrazione giornaliera di vitamine e minerali (multivitaminico)

Monitoraggio annuale:

  • Emocromo completo
  • Profilo lipidico
  • Esami di funzionalità epatica e renale
  • Calcio, 25-idrossivitamina D

Dieta chetogenica e trattamento dell’obesità

“La dieta chetogenica è uno strumento importante in tutta una serie di situazioni cliniche. La premessa su cui si basa è la capacità del nostro organismo di utilizzare con grande efficacia le riserve di grasso quando la disponibilità di carboidrati sia notevolmente ridotta.” [Dr.ssa Lemasson]

La composizione nutrizionale della dieta chetogenica (keto) induce il corpo a entrare in uno stato metabolico chiamato chetosi in cui, invece del glucosio, i le cellule utilizzano i chetoni, derivanti dalla trasformazione degli acidi grassi, come fonte primaria di energia.

Una dieta keto viene raccomandata in diverse circostanze, tra cui il trattamento dell’obesità grave in individui attentamente selezionati. I suoi benefici sono numerosi, ad esempio:

  • garantisce risultati rapidi che possono notevolmente aumentare la motivazione
  • riduce la sensazione di fame tipica della chetosi
  • protegge il tessuto muscolare
  • facilita l’attuazione del piano alimentare, rendendolo in genere semplice da seguire

Inoltre, è ampiamente impiegata nella preparazione preoperatoria per interventi di chirurgia bariatrica e nel trattamento di pazienti che necessitano di una veloce perdita di peso.

Conclusioni e prospettive future

Il caso studio di G. che abbiamo presentato, è un esempio illuminante del potenziale che hanno gli approcci non chirurgici della Dr.ssa Lemasson nella gestione dell’obesità.

Attraverso una dieta chetogenica personalizzata e l’esercizio fisico, il paziente è riuscito a perdere 66 kg di peso, passando da obeso a normopeso.

Questo dimostra che, con un’adeguata consulenza e una gestione dietetica mirata, è possibile ottenere risultati importanti senza ricorrere all’intervento chirurgico.

Tuttavia, è importante sottolineare che ogni caso è unico e richiede un approccio individualizzato.