Il diabete mellito o più comunemente noto come diabete, è una malattia di tipo metabolico, la cui causa è da ricercare nell’aumento eccessivo nel sangue dei livelli di glucosio (zucchero) per un deficit dell’attività dell’insulina.
L’insulina è un ormone secreto dalle cellule β (beta) del pancreas, essenziale per il metabolismo degli zuccheri.
Il suo ruolo è quello di favorire il trasporto e l’immagazzinamento del glucosio all’interno delle cellule, che lo utilizzano come fonte energetica per diversi processi metabolici e fisiologici.
Quando l’insulina non è prodotta in quantità sufficiente o le cellule non sono in grado di rispondere alla sua azione, nel sangue si determina un livello oltre la norma di glucosio (iperglicemia).
In Italia 2 milioni e 643 mila persone soffrono di diabete. Ma si tratta di un dato probabilmente sottostimato, poiché molti sono affetti dalla malattia senza neppure saperlo. Il diabete, infatti, è una patologia che non sempre si manifesta in maniera evidente. Chi ne è affetto, scopre di averlo solo con specifici esami o quando si manifesta con i sintomi tipici di uno stadio avanzato. Ecco perché diventa importante saper riconoscere tanto i primi segnali che i fattori di rischio, anche in un’ottica di prevenzione.
Continua a leggere per conoscere nel dettaglio tutte le forme di diabete, dalle più comuni alle più rare, i fattori che ne determinano l’insorgenza e le terapie più adeguate a trattarlo.
Il diabete è una condizione patologica molto complessa, poiché raggruppa sotto un’unica denominazione forme diverse.
Tutte, però, accomunate da un livello di glicemia eccessivo, ovvero un’alta concentrazione di glucosio nel sangue (iperglicemia).
Le più comuni tipologie di diabete sono:
Altri tipi di diabete, le cosiddette forme secondarie della malattia, sono ascrivibili a malattie del pancreas esocrino, a endocrinopatie, a forme rare di diabete immuno-mediato o all’assunzione di farmaci (es. cortisone).
Vi è poi un’altra categoria, quella delle forme genetiche rare di diabete, in cui rientrano il MODY (Maturity on set diabetes of the young), il diabete neonatale, la mutazione nel gene dell’insulina e i difetti genetici della beta-cellula o dell’azione insulinica.
Nei prossimi paragrafi ci concentreremo sulle forme di diabete più comuni, analizzandone le cause, i sintomi e le modalità di prevenzione.
Il Diabete di tipo 1 (o insulino-dipendente) è caratterizzato dalla distruzione delle cellule ß pancreatiche che producono insulina. Ecco perché, per questo tipo di diabete, si rende necessaria una terapia con iniezioni giornaliere di insulina.
Le manifestazioni cliniche tipiche di questa tipologia sono:
Il deficit insulinico assoluto che caratterizza il Diabete 1 avviene su base autoimmune. Il sistema immunitario identifica le cellule beta come estranee e dannose, attaccandole e distruggendole.
La risposta immunitaria contro le cellule che producono insulina, potrebbe essere legata a:
La velocità di distruzione delle cellule beta è variabile. Si realizza nell’arco di mesi o addirittura di anni, durante i quali il soggetto non presenta alcun sintomo.
Il diabete gestazionale è una tipologia di diabete che si manifesta durante la gravidanza.
Tale condizione si verifica perché alcuni ormoni secreti dalla placenta (estrogeni, progesterone, cortisolo, ormoni lattogeni) aumentano la resistenza dell’organismo all’insulina, ostacolandone l’azione, per garantire l’apporto di nutrienti al feto.
I sintomi di questa condizione sono poco evidenti e passa spesso inosservata. Ecco perché sono necessari più controlli periodici, come il test della curva da carico di glucosio.
Quando i valori della curva glicemica sono 95 mg/dl a digiuno, fino a 180 mg/dl dopo 60 minuti, e fino a 155 mg/dl dopo 120 minuti, si può scongiurare il diabete gestazionale.
Secondo le statistiche circa il 4% di donne in gravidanza mostrano un aumento dei loro livelli di glucosio nel sangue mai registrati in precedenza.
Tenere il livello di glucosio a livello normale per una donna incinta è fondamentale, poiché un’altra concentrazione è connessa al rischio di andare incontro a:
La prevenzione del diabete durante la gravidanza avviene soprattutto attraverso attività fisica controllata e un regime alimentare equilibrato, che apporti nutrienti e calorie adeguate allo sviluppo del feto, evitando condizioni di iperglicemia nella madre.
La maggior parte delle donne che hanno avuto diabete gestazionale, comunque, recupera la propria tolleranza glucidica subito dopo il parto.
Ma ciò non esclude il rischio di sviluppare ancora diabete gestazionale in una gravidanza successiva e diabete tipo 2 entro 5-10 anni.
Il diabete può determinare due tipologie di complicanze acute o croniche. Le complicanze di tipo acuto sono più frequenti nei pazienti con diabete tipo 1.
Il rischio di complicanze croniche, invece, è presente in tutte le tipologie di diabete e riguardano diversi organi e tessuti del corpo, in particolare occhi, reni, cuore, nervi e vasi sanguigni.
Queste complicanze si possono suddividere a loro volta in complicanze vascolari, non vascolari e di altra natura, come:
Come abbiamo visto, la sintomatologia di insorgenza della malattia dipende molto dal tipo di diabete. In alcuni casi è più evidente, in altri invece il quadro clinico non consente di arrivare rapidamente a una diagnosi.
Ecco perché diventa fondamentale saper distinguere e riconoscere tempestivamente le sue manifestazioni, soprattutto in caso di una certa predisposizione familiare.
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