Il latte fa male alle ossa? Tutto quello che devi sapere

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Il latte fa male alle ossa? I risultati di uno studio scientifico del British Medical Journal, dal titolo “Milk intake and risk of mortality and fractures in women and men: cohort studies”. sembrerebbero andare in tal senso. Ma facciamo un passo indietro.

Quante volte hai sentito dire che bere il latte aiuta a prevenire fratture osteoporotiche? Probabilmente tante. Questo perché il latte è stato a lungo considerato una fonte importante di calcio e di altri nutrienti essenziali per la salute delle ossa.

Tuttavia, alcuni recenti contributi scientifici suggeriscono l’opposto, ovvero che un alto consumo di questo alimento potrebbe avere effetti indesiderati, mettendo in evidenza una correlazione con il rischio di fratture e mortalità.

In questo articolo, dunque, esploreremo i risultati del suddetto studio analizzando i dettagli e i fattori coinvolti e offrendo una prospettiva scientifica sul perché il latte fa male agli adulti e, sul ruolo di questo alimento nella salute non solo delle ossa ma del corpo in generale.

Latte e salute delle ossa: ma è davvero così importante?

Il mito del “latte che fa bene alle ossa” è uno di quelli che viene instillato fin da bambini. Nessuno, fino ad oggi almeno, si sognerebbe di mettere in discussione la raccomandazione che bisogna bere almeno un bicchiere di latte al giorno, perché questo alimento contiene calcio e il calcio fa bene alle ossa.

Il latte e tutti i suoi derivati, come yogurt, formaggi e simili, sono indubbiamente un alimento completo che contiene proteine, vitamine e minerali. In particolare, si tratta dell’alimento che contiene più calcio in assoluto e non solo. Sono, infatti, fonti importanti anche le quote di fosforo e vitamina D, nutrienti preziosi che contribuiscono alla nostra salute, perché:

  • Il Calcio e il Fosforo aiutano a costruire e mantenere la forza delle ossa e dei denti;
  • La Vitamina D favorisce l’assorbimento di calcio.

La combinazione di queste sostanze è essenziale per prevenire la perdita di massa ossea e la comparsa dell’osteoporosi, in particolare in soggetti fragili come anziani e donne in postmenopausa.

Il latte non è certamente l’unico alimento da cui è possibile attingere il calcio. Anche vegetali e legumi sono una fonte alternativa di questo minerale. Tuttavia, il calcio contenuto negli alimenti lattiero-caseari è più facile da assorbire ed è in grado di soddisfare almeno il 50% del fabbisogno giornaliero dell’organismo.

A questo punto la logica vorrebbe che più latte si consuma, più alto è l’intake di calcio e, dunque, più robuste e sane sono le nostre ossa. A ben guardare però le cose sembrerebbero essere diverse.

Cosa dicono gli studi 

Una dieta ricca di prodotti lattiero-caseari è promossa per ridurre la probabilità di fratture osteoporotiche. Il latte, infatti, contiene 18 dei 22 nutrienti essenziali, inclusi calcio, fosforo e vitamina D di particolare importanza per lo scheletro. 

L’assorbimento intestinale di questi nutrienti è migliorato dalla capacità enzimatica di digerire il lattosio in D-glucosio e D-galattosio mediante mutazione nel gene del lattasi, una variante comune in coloro con ascendenza europea del nord. 

Ma, se il consumo di questo alimento aiuterebbe a prevenire l’osteoporosi, perché alcuni contributi scientifici insistono nell’affermare che il latte fa male?

A instillare il dubbio è stato più di uno studio scientifico. Ma a contribuire nel rovesciare la credenza generale che il latte faccia bene alle ossa, sono stati i risultati di una ricerca condotta in Svezia e pubblicata sul British Medical Journal.

Per quasi 20 anni – tra il 1990 e il 2010 – sono state seguite 61mila donne e più di 43mila uomini, di età compresa tra i 39 e i 74 anni. L’obiettivo: studiare la correlazione tra il consumo di prodotti lattiero-caseari e i tassi di osteoporosi e mortalità.

Nell’arco del periodo di studi sono state registrate più di 22.000 fratture ossee, con una netta prevalenza tra i soggetti femminili, in particolare la frattura dell’anca. Durante il medesimo periodo sono stati rilevati anche i decessi di almeno 25mila partecipanti, sempre in maggioranza donne. Le cause sottostanti di morte sono state soprattutto malattie cardiovascolari, e in secondo luogo cancro.

Pur trattandosi di una mera osservazione e non di un riscontro oggettivo di un legame causa-effetto, alla luce dei numeri rilevati, gli autori dello studio hanno escluso il ruolo protettivo del latte nei confronti delle fratture.

Secondo i risultati della ricerca, infatti, più latte si consumava più si riscontrano fratture e decessi precoci, in particolare nelle donne a cui peraltro viene spesso consigliato di bere latte proprio per prevenire le fratture osteoporotiche. 

Come è possibile tutto questo? La spiegazione arriva sempre dalla scienza. Il latte, infatti, presenta un elevato contenuto di lattosio e galattosio, due zuccheri responsabili di: 

  1. Aumento dei livelli di infiammazione cronica e di di interleuchina-6, che è coinvolta nella degradazione ossea;
  2. Rischio maggiore di malattie cardiovascolari;
  3. Accelerazione del processo di ossidazione e di senescenza cellulare.

Senza contare che il latte decalcifica le ossa. Questo alimento contiene un’elevata quota di proteine che agiscono acidificando l’organismo e alterando le nostre normali reazioni enzimatiche. Per compensare questa condizione di acidosi e riequilibrare il pH fisiologico vengono richiamati sali di calcio dall’osso. Quindi, paradossalmente, bere troppo latte toglie calcio alle ossa, di fatto demineralizzandole e predisponendole a probabili future fratture.

Va fatta una precisazione. Per quanto sia valido e accurato, non è possibile prendere per buoni al 100% i risultati di questo studio. 

Sono gli stessi autori, del resto, a metterci in guardia nelle loro conclusioni, affermando per esempio che il consumo di prodotti lattiero-caseari fermentati sembra indurre meno stress ossidativo e infiammazione nei consumatori rispetto al latte e, quindi, ridurre il rischio di mortalità e fratture, grazie ai loro effetti probiotici antiossidanti e antinfiammatori.

Per quanto sia stato accurato nella metodologia, inoltre, non è possibile escludere che ci siano altri fattori non considerati ad aver influenzato in qualche modo i risultati. 

Se il latte fa male alle ossa, come si previene l’osteoporosi?

I dati a disposizione non consentono di affermare con assoluta certezza che il latte fa male alle ossa. Ma allo stesso tempo, la letteratura attualmente disponibile non dà neppure troppo fondamento alla raccomandazione di bere latte per fortificare le osse, almeno per i soggetti adulti.

I benefici per questa categoria di persone non sono tali da ridurre considerevolmente il rischio di fratture. Ovviamente è diverso il discorso per bambini e adolescenti che necessitano di un adeguato e costante apporto di calcio durante l’età dello sviluppo, dove si gettano le basi per la crescita in lunghezza e densità delle ossa.

Ciò non vuol dire che gli adulti debbano smettere di assumere latte. Piuttosto vale l’affermazione che non è soltanto consumando questo alimento che si previene l’osteoporosi.

L’osteoporosi è una malattia caratterizzata da una riduzione della densità minerale ossea e della qualità dell’osso, che rendono le ossa più fragili e suscettibili alle fratture. In Italia circa quasi 5 milioni di persone ne soffrono, con una percentuale maggiore di donne.

La causa di tale patologia è dovuta al disequilibrio nell’azione di osteoblasti – le cellule che producono nuovo osso – e osteoclasti – gruppo di cellule che distrugge l’osso vecchio o rovinato. Tendenzialmente in età adulta l’attività di questi ultimi diventa maggiore degli osteoblasti, perciò il tessuto osseo danneggiato viene rimpiazzato molto lentamente causando una riduzione della massa totale e un indebolimento della struttura.

Ma perché le donne sono le più soggette all’osteoporosi? Perché i principali ormoni femminili, gli estrogeni, svolgono un’importante azione stimolante nei confronti degli osteoblasti. Man mano che il loro livello cala, con l’avvicinarsi della menopausa, si ha una rapida perdita di massa ossea. Negli uomini il calo è meno evidente, ma con la diminuzione di testosterone (che è poi convertito in estrogeni a livello di osso) si determina comunque una minore densità ossea.

L’osteoporosi comunque è una patologia multifattoriale su cui incidono molti fattori come età, sesso, livello di attività fisica, errori alimentari e stile di vita in generale.

Perciò non è vero che le ossa si indeboliscono perché non si assume abbastanza calcio. Piuttosto, il vero problema è l’incapacità del tessuto connettivo osseo di fissare il calcio a causa di:

  • Acidità dell’organismo:
  • Carenza vitamina D;
  • Squilibri ormonali;
  • Utilizzo di alcuni farmaci;
  • Ridotto assorbimento intestinale;
  • Menopausa ed età anziana;
  • Scarsa attività fisica.

Allora, come si previene l’osteoporosi? Sicuramente con una sana ed equilibrata alimentazione che comprenda tutti quei nutrienti essenziali per la salute della struttura ossea.

Ovviamente il calcio è sicuramente importante per la mineralizzazione, ma non è solo il latte e i suoi derivati a far bene alle ossa. Quantità sufficienti al fabbisogno giornaliero (circa 1000 mg/die nell’adulto) si trovano anche in: cavoli, broccoli, arance, albicocche, frutta secca.

Ugualmente importanti sono poi:

  1. Vitamina D: fondamentale per assorbire correttamente il calcio nell’intestino, la produce l’epidermide grazie all’esposizione alla luce solare, ma è contenuta anche in alcuni alimenti come salmone, sgombro, tonno e sardine;
  2. Vitamina K: contenuta in tutti i vegetali a foglia verde, nel fegato, nelle uova e nei latticini fermentati, favorisce la mineralizzazione dell’osso;
  3. Vitamina C: cofattore nella formazione del tessuto connettivo osseo, la troviamo soprattutto in agrumi, kiwi, ananas e nella maggioranza di frutta e verdura fresca;
  4. Proteine: una insufficiente quantità di proteine (animali e vegetali) può determinare la perdita di massa ossea. Attenzione però anche all’eccessivo consumo di proteine, alcuni studi evidenziano un maggior rischio di fratture.

Anche magnesio, potassio, zinco, fluoro, vitamina B12 e A sono nutrienti che svolgono un’azione protettiva per le ossa. A dimostrazione che un’alimentazione quanto più possibile varia, ricca di cereali, verdura, frutta, legumi e proteine di buona qualità, sia sempre l’arma vincente per prevenire ogni possibile conseguenza nefasta per la nostra salute. 

E poi il movimento. Non c’è nulla di più deleterio per le nostre ossa della eccessiva sedentarietà. Al contrario, un’attività fisica costante e regolare come una camminata a passo veloce ogni giorno, genera forza sulle ossa. E più sollecitiamo il nostro scheletro, migliore sarà la sua salute.

Ritornando al titolo di questo articolo: sì, il latte fa male alle ossa, ma solo se si esagera. La parola chiave come sempre in questi casi è equilibrio, tanto nello stile di vita che nell’alimentazione di tutti i giorni.

Fonti